Dopo il Premio Tenco, come Miglior Opera Prima, per “La fine dei vent’anni”, Motta sforna “Vivere o Morire”, un disco lievemente più trasversale rispetto quello del debutto ma senza perdere la sua identità.

Parole essenziali e ordine musicale rendono il suo album intimo e malinconico al punto giusto, rustica e autentica. La capacità di Motta sta proprio nel cambiare senza rinnegare se stesso, nel maturare senza perdere coerenza.

Consiglio vivamente l’ascolto perché è un album di qualità e che ha sicuramente qualcosa da dire a tutti.
Ho scelto di recensire questo disco soprattutto per una canzone che si intitola “Mi parli di te”.
In questo caso l’argomento centrale non è propriamente il rapporto tra fratelli ma quello “genitore-figlio”, che in qualche modo va comunque a toccarlo e a condizionarlo.
Quante domande vorremmo fare e magari non abbiamo il coraggio di esternare?
Quante le cose che vorremmo dire ma che teniamo dentro?
Come cambiano i rapporti, come si evolvono?

Un “valzer” (in senso musicale) di emozioni e commovente.
Una canzone che ho sentito così forte dentro e che non ho potuto fare a meno di reinterpretare a mio modo sperando, sperando di non aver mancato di rispetto all’originale di Francesco.

Ve la linko qui: 

Prima però andate a sentirvi l’originale!