Nonostante ogni figlio sia prezioso per i propri genitori, la nascita del primogenito è chiaramente l’esperienza più intensa a livello emotivo, perché completamente nuova sotto ogni punto di vista.

Chi di voi, che siate fratelli maggiori, mezzani o minori,  non si riconosce nella situazione in cui il numero delle foto scattate a ciascun figlio, diminuisce progressivamente a seconda dell’ordine di nascita?

Il book fotografico “istante per istante” creato tipicamente per il primogenito, lascia il posto, già dal secondogenito, a qualche foto di rito nei momenti di passaggio più significativi per la crescita…magari grazie al generoso contributo di uno zio, o un amico di famiglia, che abbia pietà della “tragica sorte” di “fotograficamente ignorato” tipica dei “ secondi nati”.

Questo è solo un semplice esempio, che però nella sua verità (qualcuno ha esperienze confutanti in merito?) ci fa ben comprendere con quanta attenzione e tempo extra, i genitori occupino gran parte delle loro giornate ad accudire il loro primo figlio, a parlare loro e a coccolarli, come non riusciranno a fare verso i figli successivi.

Essere primogeniti comporta sicuramente questa posizione di privilegio e una serie di vantaggi, tra cui molto spesso, aver sviluppato potenzialità notevoli nel linguaggio e nella comprensione, utili per un buon rendimento scolastico.

Ma vogliamo considerare come a questi figli tocchi patire l’inesperienza dei loro neo – genitori? Difficilmente i genitori saranno privi di insicurezze e ansie alla loro prima esperienza e di conseguenza, impossibile per i loro pargoli restare immuni all’influenza di questo sulla loro sensibilità.

E che dire del crescere per più o meno tempo in un ambiente di soli adulti?
Sicuramente davanti agli occhi il bambino ha modelli di comportamento sociale e prestazioni abili e competenti in vari ambiti della vita quotidiana, ma gli toccherà il confronto con tali abilità (potendosi paragonare solo con adulti e non con bambini, in famiglia) e ciò potrebbe comportare maggior senso di inferiorità e inadeguatezza in diverse situazioni… dove è ovvio che gli adulti “vincano facile” rispetto a un bambino… ma il bambino altrettanto ovviamente, dal suo punto di vista non sa quanto ciò sia “normale” e rischia di “accusare il colpo”!

Se sei figlio maggiore e sei (o eri) più ansioso o insicuro dei tuoi fratelli… ecco svelato il piccolo segreto che potrebbe celarsi dietro a tutto ciò…
E vuoi una bella notizia?

Da quando te ne rendi conto, se ancora non lo hai fatto, a partire da qualunque età tu abbia, puoi lavorarci sopra in tanti modi… decidere di non fermarti ad essere determinato da questo e farti sostenere da quelli che invece sono i tuoi punti di forza… a maggior ragione se ora sei adulto!!!

Buon cammino!

 

 

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Per approfondire:

Blair L., In ordine di nascita. Primogenito, ultimogenito o figlio unico?, Edizioni Il Punto d’Incontro, Vicenza, 2015.